Case Aler tra criminalità, occupazioni e morosi

Visita del consigliere regionale Fabio Altisonante con i funzionari Aler alle case popolari di Cinisello

Case Aler tra criminalità, occupazioni e morosi
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Viaggio nelle case popolari di Cinisello dove il 43% degli inquilini non paga l'affitto

Le case Aler di Cinisello

Dire Aler a Cinisello Balsamo significa dire Gescal, le case di via Carroccio famose in tutta Italia dagli anni '70 per la concentrazione di criminalità e malavita. Dalla seconda metà degli anni '90 la situazione è migliorata, ma risale solo al mese scorso una maxi operazione della polizia che ha smantellato una vera e propria centrale della droga con tanto di sentinelle. Stamattina, 26 ottobre, consigliere regionale di F.I. e membro della commissione Territorio, Fabio Altitonante, accompagnato dal consigliere comunale Angelo Di Lauro, e dai funzionari di Aler è entrato nel tanto temuto complesso residenziale. Proprio tra via Carroccio e via Giolitti il 43% degli affittuari non paga l'affitto, si registra una morosità pari a un milione e mezzo di euro per Aler.

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La mission di Regione Lombardia

"Regione Lombardia, per la prima volta dopo 15 anni è tornata a mettere al centro dell'azione politica  l'Aler - ha detto Altitonante - Abbiamo affrontato prima la riorganizzazione, poi i finanziamenti, 150 milioni di euro, e dal 2018 la riforma delle assegnazioni. Non saranno più Comuni come Sesto o Cinisello a decidere come assegnare gli alloggi, le priorità saranno date alle giovani coppie italiane, alle forze dell'ordine e agli anziani".

Altitonante sta girando tutta la provincia di Milano per toccare con mano la situazione delle case Aler e tracciare una lista delle priorità. "La legalità deve venire prima di tutto. Per Cinisello chiederemo un camper mobile della polizia locale. Questa è terra di nessuno e la causa è l'assenza del Comune. L'Aler deve gestire gli immobili ma la sicurezza è di pertinenza dell'amministrazione comunale".

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Le case Aler di via Carroccio e via Giolitti

Se le facciate di via Carroccio sono in ordine, non è così per i boxe e i parcheggi, con macchine probabilmente rubate e rifiuti ammassati. Il cortile è disseminato di sedie in punti strategici, probabilmente sono le sedute delle sentinelle della droga. I portoni di ingresso sono tutti rotti, come le tettoie di ingresso. Le occupazioni sono solo 35, l'ultima ai danni di un vecchietto, uscito alle ore 14 per una vista in ospedale e tornato la sera si è ritrovato la serratura della porta cambiata. I morosi, intanto, hanno accumulato un debito di un milione e mezzo di euro. "Sono gli stessi - hanno raccontato i residenti - che escono di qui con i macchinoni, Suv, Audi, Bmw". Intanto, emerge anche un atteggiamento xenofobo: alle Gescal non vogliono arabi. Una famiglia di origine marocchina ha restituito da poco le chiavi all'Aler dopo che si è vista incendiare la porta di casa.

In via Giolitti le facciate sono in ordine, ma i box al piano interrato sono zona franca. Vengono usati per nascondere refurtive o come locali pattumiera. Qui, a sorpresa, il degrado è molto più visibile rispetto a via Carroccio. I residenti, per lo più anziani, hanno mostrato ad Aler gli interventi necessari, come la fogna che perde, i portoni rotti, il cotile da riasfaltare, le pulizie che mancano.

Il consigliere regionali con i funzionari Aler hanno preso nota e hanno già trovato delle soluzioni immediate per dei piccoli problemi e interventi mirati.

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La storia di Maria Grazia Di Michele

Tra tutte le storie di occupazioni, merita una parentesi a parte quella di Maria Grazia e del suo compagno. "Eravamo andati in Puglia per curare sua madre disabile, al ritorno ci siamo trovati la casa popolare di Niguarda occupata. Non c'è stato niente da fare. Tornati, abbiamo dormito per mesi in un ex hotel del quartiere Crocetta, dove avevamo occupato una stanza. Quando ci hanno sgomberati, abbiamo vissuto nel parco di via Cilea fino ad occupare il locale assemblea delle case di via Carroccio. Non sappiamo dove sbattere la testa. Abbiamo anche una cagnetta che ci è stata investita, ma non abbiamo i soldi per curarla". L'Aler ha previsto lo sfratto a breve. Ma i residenti sono compatti nel difendere la famiglia che ha davvero necessità di un aiuto.

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L'eccezione di Domenico Russo

Altra storia che porta un po' di speranza è quella di Domenico Russo, guardia giurata e capo condominio del civico 18 di via Carroccio. "Qui c'è l'autogestione, siamo in una decina di famiglie e, a nostre spese facciamo manutenzione e migliorie. Oggi sto verniciando il cancello. L'Aler ha rifatto le facciate, ma abbiamo bisogno che sistemi i tombini del cortile, ogni volta che piove si allaga tutto. Anche qui c'è un ragazzo che non paga da 3 anni, non ha lavoro ed è anche senza corrente elettrica. Le situazioni difficili ci sono, ma tanti se ne approfittano. L'Aler non è intervenuta e intanto il debito aumenta e così il degrado di alcuni stabili".

 

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