Il prefetto stronca l'ordinanza anti immigrati dei sindaci leghisti

"Non sussistono i presupposti di urgenza" e "pericolo irreparabile" tali da giustificare l'iniziativa dei sindaci, ma, soprattutto, l'immigrazione è una materia di "esclusiva competenza statale".

Il prefetto stronca l'ordinanza anti immigrati dei sindaci leghisti
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"Non sussistono i presupposti di urgenza" e "pericolo irreparabile" tali da giustificare l'iniziativa dei sindaci, ma, soprattutto, l'immigrazione è una materia di "esclusiva competenza statale".

Sono questi i tre motivi fondanti con i quali il prefetto Luciana Lamorgese ha stroncato l'"ordinanza anti immigrati", emessa qualche giorno fa dai sindaci leghisti, compresi quelli dell'Adda-Martesana, ovvero Angelo Rocchi di Cologno Monzese, Danilo Villa (Trezzo sull'Adda), Laura Tresoldi (Cambiago) e Inzago Andrea Fumagalli.

Il prefetto si è preso la briga di scrivere missive identiche e indirizzate alle scrivanie di tutti i borgomastri dell'area metropolitana.

Per il funzionario  dello Stato, di fatto, le ordinanze non sono giustificate perché "non sussistono i presupposti di urgenza e pericolo irreparabile". Inoltre, il prefetto ha spiegato che non si può dimostrare che l'"accoglienza dei richiedenti asilo metta a repentaglio la salute o la sicurezza pubblica".

Ma, soprattutto, l'aspetto più importante con il quale il prefetto ha "cancellato" i provvedimenti dei sindaci leghisti è legato al fatto che "l'immigrazione è una materia di competenza esclusiva statale".

Per questo le sanzioni inserite nei documenti sono state giudicate "illegittime" così come l'obbligo dei proprietari degli appartamenti dati in affitto ai migranti di comunicare gli accordi agli uffici comunali.

La dura missiva si conclude con un richiamo ai borgomastri a una "leale collaborazione".

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