L'Adda ha sete, ma "Lecco non darà la sua acqua a Milano”

"Attenzione agli effetti ambientali devastanti che potrebbero essere generati da proposte o velleità politiche, decisamente miopi, di chi vive a valle del Lario e dell'Adda".

L'Adda ha sete, ma "Lecco non darà la sua acqua a Milano”
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La situazione idrica del Lecches è sotto gli occhi di tutti: tanto il Lario quanto il fiume Adda “hanno sete”. I livelli dell’acqua sono davvero bassissimi e la cosa preoccupa non poco le istituzioni tanto che l’onorevole Alessio Butti, vice presidente Commissione Ambiente Territorio  della Camera dei Deputati, ha assunto una presa di posizione netta a tutela del Lecchese. “Lecco non darà la sua acqua a Milano” assicura in pratica l’esponente di Fratelli d’Italia rispondendo di fatto al sindaco  meneghino Giuseppe Sala che ha lanciato la proposta di riaprire i Navigli.

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“Lecco non darà la sua acqua a Milano”

“Stabilito che, in questo momento, l’acqua non basta nemmeno al Lario e mi sembra evidente, non si capisce come possa prendere vita l’idea della riapertura dei Navigli milanesi di cui parla spesso il sindaco Sala, qualche amministratore lombardo e soprattutto qualche organo di stampa dando fiato a vari sondaggi” spiega Butti.  “La questione dei Navigli milanesi è ovviamente considerata, con tutto ciò che afferisce al sistema irriguo a Sud di Olginate, nel progetto embrionale delle Università (Politecnico e Statale), ma sia ben chiaro che non può essere l’Adda, quindi il Lario, a rifornire di acqua i navigli milanesi.  Attenzione agli effetti ambientali devastanti che potrebbero essere generati da proposte o velleità politiche, decisamente miopi, di chi vive a valle del Lario e dell’Adda”.

La situazione idrica lecchese

“Non passa giorno che qualche amministratore locale allarmato per i livelli del lago, sapendo il mio lavoro e le mie proposte sul tema, mi chiami per avere aggiornamenti” aggiunge ancora Butti. “A tutti rispondo spiegando che la questione riguarda due distinti ambiti, quello statale e quello regionale. Mentre sul primo abbiamo tutti le idee chiare, anche in funzione di un proficuo e collaborativo rapporto da me avviato con MIT e MinAmbiente, sul secondo, quello regionale, si attendono importanti risposte soprattutto in ordine al finanziamento di un progetto scientifico, redatto dal sistema universitario. Il ruolo di Regione Lombardia, da sempre sensibile rispetto ai problemi “ambientali” di questa natura, è determinante al pari di quello esercitato dal Consorzio dell’Adda. Così come sarà determinante, sebbene in un secondo momento, quello delle varie Autorità, Consorzi e quant’altro”.

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