#smartcity | Sviluppo sostenibile: la vera sfida è l’educazione dei nostri giovani

Il 38,7% dei ragazzi tra i 12 e i 14 anni è disponibile a dedicare del tempo al miglioramento dell'ambiente

#smartcity | Sviluppo sostenibile: la vera sfida è l’educazione dei nostri giovani
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La vera sfida di oggi è formare le nuove generazioni a un diverso approccio alle risorse, alle tecnologie e alla condivisione di dati e conoscenze.

Cittadinanza ecologica, lo dice anche il Papa

«La sfida urgente di proteggere la nostra casa comune comprende la preoccupazione di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale». Così enunciava Papa Francesco nella sua enciclica «Laudato si’» del 2015. E’ quindi ormai un tema fondamentale e condiviso da tutti quello della ricerca di un diverso tipo di approccio alle risorse, alla tecnologia, alla condivisione dei dati e delle conoscenze. Certamente un ruolo primario in questo percorso viene rivestito dalle nuove generazioni e quindi diventa essenziale la formazione dei giovani. Anche il Papa tratta il tema dell’educazione ambientale, «chiamata a creare una “cittadinanza ecologica”».

Educazione allo Sviluppo Sostenibile

La crescente attenzione all’interconnessione tra le dinamiche ambientali, sociali ed economiche ha portato all’elaborazione del concetto, più ampio, di Educazione allo Sviluppo Sostenibile. Che non riguarda solo l’ambiente, ma anche l’economia (consumi, povertà, nord e sud del mondo) e la società (diritti, pace, salute, diversità culturali).

La comunità internazionale ha preso atto del ruolo cruciale dell’educazione nel 2002, durante il Vertice Mondiale sullo Sviluppo sostenibile di Johannesburg, quando ha deciso di dedicarvi un decennio (2005-2014). A conclusione di questo percorso, l’Unesco ha lanciato il Programma Globale d’Azione sull’Educazione allo Sviluppo sostenibile per contribuire alla nuova Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, varata dai Capi di Stato e di Governo a settembre 2015. Tra i suoi nuovi 17 obiettivi ricopre un ruolo centrale l’educazione con particolare riferimento all’educazione allo sviluppo sostenibile.

In Italia, in occasione dell’anno scolastico 2015, è stata lanciata dal Ministero dell’Ambiente, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, la pubblicazione delle nuove linee guida per l’educazione ambientale. La collaborazione tra i due Ministeri si è rafforzata nel 2016, con la firma di un protocollo d’intesa sull'educazione ambientale e allo sviluppo sostenibile nelle scuole.

Ma qual è la coscienza dei giovani su queste tematiche e la loro posizione? Quanta strada si è fatta e quanta ancora se ne deve fare?

Giovani e ambiente

Sui giovani tra i 12 e i 14 anni si è concentrata l’indagine “Adolescenza e Ambiente di Vita”, realizzata dall’Associazione Laboratorio Adolescenza in collaborazione con Legambiente, Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza e agenzia Mediatyche, presentata lo scorso novembre. Ne emerge che i giovani sono sempre più attenti e informati sui temi ambientali: il 68,5% di loro è interessato alle problematiche ambientali che conoscono grazie alla scuola (87,2%), la televisione (87,1%), i genitori (68,4%), Internet (59,8%), le associazioni che si occupano di ambiente (40.1%) e i giornali (34,4%). E sulle azioni da mettere in campo per contribuire a ridurre l’inquinamento ambientale, l’85,3% degli adolescenti ritiene che ogni singola persona con il proprio comportamento può fare qualcosa di utile. In particolare gli intervistati hanno le idee chiare: per il 31,4% occorre usare meno mezzi inquinanti e per il 29,2% fare una corretta raccolta differenziata. Infine una considerazione sulla disponibilità dei ragazzi ad impiegare il proprio tempo libero per migliorare l’ambiente. Il 38,7% risponde sì, il 16,5% no e un 44% “sì, ma non saprei cosa fare”. Una risposta quest’ultima che indica un certo disorientamento, al quale scuola e associazioni possono rispondere coinvolgendo i ragazzi nei vari percorsi di cittadinanza ed educazione ambientale.

 

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