Omicidio d'onore chiesto il carcere a vita per i gorgonzolesi

Il pm ha chiesto tre ergastoli per Lek Preci e i suoi due figli Edmond e Altin. I tre abitavano a Gorgonzola.

Omicidio d'onore chiesto il carcere a vita per i gorgonzolesi
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Carcere a vita per gli assassini. Questa la richiesta avanzata dal pubblico ministero Paola Bonetti lunedì mattina quando, si è riunita la Corte d’assise per dare il via al processo sulla morte di Petrit Nikolli. Una vicenda che risale al maggio del 2016, un fatto di sangue e d’onore che aveva scosso due comunità.

Omicidio d'onore

Il «commando», infatti, era partito proprio da Gorgonzola, la città in cui risiedevano Lek Preci, 49 anni originario dell’Albania, e i suoi due figli Edmond e Altin. Una spedizione punitiva per lavare con il sangue l’onta che la famiglia aveva subito, in nome del «Kanun», una sorta di regola non scritta tipica di un codice di comportamento ormai anacronistico anche in Albania per cui la vendetta è l’unico modo per riparare a un torto subito.

Aveva difeso la nipote

Il «peccato» di Petrit era stato quello di voler difendere a ogni costo la nipote Ambra, tanto da decidere di lasciare la tranquillità della Riviera romagnola per raggiungere Gorgonzola e portarla in salvo. La ragazza 20enne, infatti, stava vivendo un matrimonio che per lei era diventato un incubo. Il marito e il suocero, infatti, la trattavano come una schiava e, al colmo della sofferenza, aveva deciso di chiedere aiuto alla sua famiglia. Così Petrit era partito, aveva raggiunto la casa della ragazza a Gorgonzola e l’aveva portata via verso la sicurezza. In quel momento aveva sancito la sua condanna a morte.

Vendetta a sangue freddo

Padre e due figli non hanno aspettato che finisse la giornata. Si sono messi in macchina e hanno raggiunto Rivabella, il Comune di residenza di Nikolli. Lo hanno incrociato in mezzo a una strada. Lek, il padre, ha estratto la pistola e gli ha sparato a sangue freddo. Un’esecuzione. Gli inquirenti non ci hanno messo troppo a ricostruire la vicenda e nel giro di poche ore gli agenti della Squadra mobile di Milano hanno fatto irruzione nell’appartamento dei tre, che erano appena rientrati dalla spedizione, arrestandoli.
Portati in Questura, gli assassini non hanno cercato nemmeno di negare, anzi, hanno confessato il delitto commesso poche ore prima.

In attesa del processo

L’intera comunità romagnola si era stretta attorno alla famiglia Nikolli. Dopo la richiesta di triplice ergastolo avanzata dal pm lunedì, bisognerà attendere la sentenza. L’udienza in cui il giudice sarà chiamato a esprimersi, però, è stata rinviata a data da destinarsi.

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