Omicidio Pandino, le fasi finali dell’arresto dell’omicida: ecco come l’hanno catturato

Si è puntato una pistola alla tempia.

Omicidio Pandino, le fasi finali dell’arresto dell’omicida: ecco come l’hanno catturato
Pubblicato:

Ecco come i carabinieri hanno arrestato Saverio DeBiase, il killer di Pandino, avvenuto mezz’ora dopo l’assassinio di venerdì, in via Fontana, dove ha esploso tre colpi contro Barrionuevo, nuovo compagno della sua ex. Un delitto passionale finito in tragedia.

Ecco come i carabinieri hanno arrestato DeBiase

Verso le 15.45, poco dopo l’omicidio di José Barrionuevo, 43 anni, di venerdì, la pattuglia dell’Aliquota Radiomobile ricevuta notizia dell’evento veniva inviata lungo la direzione di fuga per cercare Saverio DiBiase, 47 anni, l’assassino, che stava scappando verso Milano, tentando di sfuggire alla cattura. I due militari hanno percorso a velocità sostenuta la Paullese cercando di scorgere la presenza del veicolo nei vari parcheggi adiacenti alla statale. Giunti in località Caleppio del Comune di Settala, nei pressi di un distributore di carburanti, il capo pattuglia ha avvistato un veicolo simile a quello segnalato e quindi decideva di controllarlo. Avvicinatosi però, il conducente accortosi della presenza dei militari, ingranava la marcia ed accelerando cercava di sfuggire. Tuttavia i militari riuscivano a bloccarne la via di fuga, posizionando l’autoradio davanti e poi scendendo, con i giubbetti anti proiettile in dosso.

Si è puntato la pistola alla tempia

DiBiase, alla vista dei militari, probabilmente preso dalla disperazione si è puntato la pistola verso la tempia facendo capire che probabilmente voleva suicidarsi. Ma i militari sono riusciti a convincerlo a deporre l’arma, a bloccarlo e ad ammanettarlo. Nel frattempo, sul posto è intervenuto anche il Nucleo Operativo che ha dato manforte ai due carabinieri che erano riusciti a raggiungere il fuggiasco. Il 47enne è stato poi accompagnato presso la caserma di Crema dove è rimasto per qualche ora, fino a quando poi non è stato trasferito in carcere a Milano.

Una ricompensa per i militari

“Quanto compiuto dai due militari che hanno eseguito l’arresto va sicuramente ricompreso nell’opera di complesso
intervento fornito dalle varie componenti dell’Arma dei carabinieri di Crema e di Cremona (Nucleo Operativo e Radiomobile, Stazione di Pandino, Nucleo Investigativo di Cremona) che hanno saputo con estrema professionalità gestire l’improvvisa e grave situazione venutasi a creare – ha detto il maggiore Giancarlo Carraro – Tuttavia, nei riguardi dei due carabinieri della pattuglia dell’Aliquota Radiomobile, che con sprezzo del pericolo, grande coraggio ed elevata professionalità, sono riusciti a rintracciare ed assicurare alla giustizia un pericoloso criminale, autore di un efferato delitto, con molta rapidità e particolare intuizione, verranno proposti superiormente per l’elargizione di una doverosa ricompensa”.

TORNA ALLA HOME PER LE ALTRE NOTIZIE DI OGGI

Seguici sui nostri canali