Gorgonzola niente meno che vittima della Brexit

Sotto i riflettori la produzione casearia nata in Martesana e poi finita nel Novarese.

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Gorgonzola vittima della Brexit. E' così, anche se non parliamo della città, ma del formaggio. Esattamente quella produzione casearia nata in Martesana e poi in maniera controversa rimasta abbinata nel tempo al Novarese.

Vittima della Brexit

Ed è proprio in Provincia di Novara che il Consorzio del formaggio che affonda le radici nel Milanese ha sollevato questa nuova questione.

La storia, il presente e un futuro incertissimo: se è vero che già all’inizio del Novecento, un treno carico di Gorgonzola partiva ogni settimana dallo scalo merci del Boschetto alla volta della Gran Bretagna, è altrettanto attuale la fotografia di un export che vede il Regno Unito tra i principali acquirenti ed estimatori del celebre formaggio erborinato di cui il Novarese detiene il primato produttivo in termini numerici.  L’export del Gorgonzola, in costante crescita, ha superato lo scorso anno le 20.000 tonnellate complessive, e il paese della Regina Elisabetta ne è il terzo acquirente europeo, preceduto solo da Germania e Francia. Lo scorso anno, vi è stata altresì una crescita del 5,1%, che ha stabilizzato l’export di Gorgonzola verso Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord ben oltre le 1.000 tonnellate.

Crescita costante per i vini prodotti nel nord Piemonte

Non solo: il mercato britannico, soprattutto negli ultimi anni, ha visto una crescita costante per i vini prodotti nel Piemonte. Uno scenario con potenzialità di sviluppo enormi che, ora, si complica a causa della Brexit:

«Il nostro vino, grazie alla sua eccellente qualità, è particolarmente apprezzato all’estero e fino ad ora ha trovato un buon riscontro anche in Gran Bretagna» commenta Sara Baudo, presidente di Coldiretti Novara Vco.

Rischio di una legislazione sfavorevole

«Il rischio è che con l’uscita dall’Unione Europea si affermi in Gran Bretagna una legislazione sfavorevole alle esportazioni agroalimentari italiane e che l’etichetta nutrizionale a semaforo sugli alimenti, diffusa già in vari supermercati britannici, bocci ingiustamente quasi l’85% del Made in Italy a denominazione di origine (Dop). Si tratta di una tipologia di etichettatura del tutto fuorviante ed incompleta che rischia di escludere dalla dieta anche alimenti sani e naturali tra cui anche i prodotti d’eccellenza, compresa la stragrande maggioranza delle Dop italiane, tra cui il nostro Gorgonzola, con ripercussioni economiche che gravano sulle imprese produttrici».

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