Licenziamenti Cordon, il caso approda in Regione

In 50 rischiano il posto: la Lega ha presentato un'interrogazione per chiedere l'intervento di Regione e Ministero.

Licenziamenti Cordon, il caso approda in Regione
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Licenziamenti Cordon, il caso approda in Regione.

Una interrogazione sul futuro dei lavoratori della “Linkra-Compel”, azienda operante nel settore della telecomunicazione e della difesa con sedi ad Agrate Brianza e a Cornate d’Adda, è stata presentata oggi, giovedì, in Consiglio regionale dall’esponente della Lega, Alessandro Corbetta.

       “La società francese Cordon – spiega il consigliere Corbetta – ha recentemente annunciato un taglio di 50 addetti sui 147 che si era impegnata ad assumere con l’affitto del ramo d’azienda”.

La vicenda

Come noto, “Cordon” aveva assorbito ad inizio 2017  un terzo dei 450 di “Linkra-Compell” (per 300 si era, invece,  aperta la cassa integrazione straordinaria a zero ore, che nei giorni scorsi è stata rinnovata per un ulteriore anno) con lo strumento dell’affitto di ramo d’azienda. La scorsa settimana nel confermare l’intenzione di voler acquisire definitivamente il ramo d’azienda, ha però annunciato di voler tagliare 50 dei 147 addetti che ora lavorano nello stabilimento di Agrate.

La richiesta del consigliere

“Si tratta di un’ulteriore doccia fredda per i lavoratori della Linkra Compel – prosegue Corbetta –  considerato che su 450 dipendenti circa 300 erano stati collocati in cassa integrazione straordinaria e solo per i rimanenti si era aperta la prospettiva di salvare la propria occupazione grazie all’intervento dei francesi. Credo che le istituzioni, compresa Regione Lombardia, debbano fare tutto quanto è di loro competenza per scongiurare la perdita di altri posti di lavoro”.

Nell’interrogazione Corbetta chiede alla Giunta regionale di “attivarsi per tutelare i dipendenti delle suddette società, intraprendendo eventuali azioni finalizzate a garantire il mantenimento dei livelli occupazionali attuali”.

A Regione Lombardia il consigliere brianzolo chiede inoltre di “farsi parte attiva presso il Ministero per lo Sviluppo Economico al fine di ottenere garanzie per i lavoratori e il rispetto dell’Accordo sottoscritto tra le parti.

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